Dato che la cornea tende ad uniformarsi alla
curvatura della lente a contatto si otteneva, come risultato, un appiattimento
della sua superficie e una riduzione temporanea della miopia.
Questa osservazione spinse alcuni optometristi (specialmente negli Stati Uniti)
a tentare di ridurre temporaneamente l'entità della correzione del difetto miopico
con l'uso di lenti a contatto applicate con curvature sempre più piatte: nacque
l'ortocheratologia disciplina che, fino alla fine degli anni '80, non ha avuto
un grande successo a causa -essenzialmente - di tre principali problemi:
1) Le lenti, applicate con curvature molto piatte, non si centravano.
2) I tempi molto lunghi della procedura.
3) I costi molto elevati.
Alla fine degli anni '80 si cominciò ad affermare una geometria di costruzione
per lenti a contatto che risolveva i tre principali problemi dell'ortocheratologia:
la geometria inversa.
Senza entrare in dettagli troppo tecnici si può semplicemente dire che questa
nuova tecnica costruttiva permette di ottenere una lente a contatto che può
essere applicata piatta ma che, al contempo rimane centrata sulla cornea.
Nasce così la moderna ortocheratologia che inizia
ad essere oggetto di attenzione da parte delle Università ( si cominciano ad
effettuare rigorose ricerche negli atenei americani) e delle istituzioni (l'
FDA approva l'uso delle lenti per ortocheratologia).
Infine la realizzazione di nuovi materiali particolarmente permeabili all'ossigeno
ha dato inizio alla ortocheratologia notturna: si usano le lenti durante la
notte e si tolgono al mattino per avere un visus ottimale senza correzione durante
tutto il periodo di veglia.